23:26. Le voci di una tribuna elettorale. Clown, nani, ballerine.
L'etoile entra in scena. Volteggia e scompare nel nero della notte lattiginosa.
Clacson, ambulanze, lavaggio strade. Asfalto che copre ogni cosa.
Il silenzio assordante dei netturbini infreddoliti.
Che senso ha questo tempo vissuto?
Caffè bruciato che inonda le stanze. Mischio i fogli alla rinfusa
rincorrendo un tempo di note, parole e desideri
Ancora lei.
Torna in scena la dea di mille pianeti.
Profuma di fiori e lascia una scia. Cometa di vita e battiti.
La gente dorme noncurante della morte lontana.
Butta il tempo tra mutui, fiction, discorsi vuoti, condomini di ghiaccio.
Ma chi l'ha detto che è questo quello che Vi aspetta?
Mi inciprio il viso. La bocca rossa deformata, il naso di plastica.
Fingo un mare di perbenismo per la farsa dei benpensanti
Fino a che arriva lei.
Il domani dei miei sogni.
Tappeto volante tra le pieghe di granito di questa città.
Mare freddo e nero, ma senza confini.
L'etoile si inchina al pubblico senza scomporsi.
Riceve rose, lettere e baci lanciati.
Dietro al palco solo io.
Sipario.