venerdì 21 novembre 2008

Oggi bricolage....

Le forbici colorate e i ritagli d'uno spazio ai tuoi pensieri.
Raccogli i disegni e mettici una frase che li descriva
nel tuo album dove avrei voluto esserci io fin da ieri,
oggi ci sono io e ci sei tu come angeli alla deriva.

Scendi lungo il fiume in piena e tieni la tua mano nella mia
e non temere i flutti e ciò che ci aspetta.
La tua paura è la mia. La tua forza è la mia.
Andata e ritorno dalla luna a questa vita di farfalla maledetta.

Usa i miei colori per dare un tocco alla tua tela,
come olio per la costruzione di un amore.
I passi saldi di chi ci ha preceduto. Chi non brama? Non anela?
questa meta sussurrata e inseguita con ardore.

Sento le tue mani sopra le mie, nella cera.
Scendo piano con gli attrezzi nel profondo del tuo cuore,
faccio posto per i sogni di ciò che era
un tempo, un pensiero, una musica nera

Cancella il dolore e incolla una speranza
come polline prezioso, bianco miele da stivare
il silenzio ed il guardiano della stanza
pronto a difendere la tua voglia di amare.

martedì 21 ottobre 2008

La luna stesa al sole


Con te ha senso l'oggi e del domani il pegno
nasco ogni volta e muoio nel silenzio
nell'attesa di rinascere ad un tuo segno.

Mi muovo senza peso nè dolori.
per un mondo da scoprire,
l'universo della Ne ed i suoi colori.

Credo d'essere un sostegno
viaggiatore nell'anima
di cui esplorar ogni disegno.

In te ho la passione ed il rovescio delle cose
l'astrazione contro la razionalità
la luna stesa al sole.

Con te giaccio sul tuo petto
nelle mani, tra le gambe
nei respiri stretto nel tuo letto

Di te amo ogni inizio. ogni chiusura
è un richiamo ad una vita
ambita, bramata, futura

Tu sei Luna stesa al Sole

lunedì 22 settembre 2008

per loro


Toglici il rosso cinese, il giallo lumiere o il blu prussia.
Sarebbe diverso senza il rosa per l'incarnato.
Ogni colore è un pezzo del mio aquilone.
L'insieme dei colori fa quello che riempie la mia vita. I miei racconti. I pensieri. E questo post.
Ognuno di loro è un colore.
Difficile dire che colore corrisponde a Danilo, alle Faine a Mary.
Ognuno va dosato sulla tela. Ma va anche sparato e mescolato e improvvisato senza schemi, ritagli, tracce.
Riposo la mente osservando le mie tele. Quelle appese ai muri e al cuore.
Se non avessi i miei colori non saprei il gusto dei ricordi rinchiusi nelle foto. Non conoscerei il sapore di un sabato sera immerso nei momenti con Mary e la Ne.
Non vedrei le sfumatore e i riflessi delle riflessioni con Dani.

I fauvisti mi hanno insegnato il colore puro e violento. Klee mi ha dato la semplicità e l'astrattismo semplice e infantile. Di Pollock salvo gli schizzi e la fisicità e l'ebrezza. Di Klimt il rigore manicale delle incisioni. E poi la Madonna di Munch è un inno all'erotismo religioso. E di Dalì vorrei la follia. Rinchiusa in uno dei suoi cassetti da aprire al bisogno. Quando il tempo lo richiede.

A loro

martedì 5 agosto 2008

Once upon a time

E' un po' di tempo che non ci sentiamo.
Non ci sono pensieri raffinati che mi sento di lasciare.
Nessun accadimento di nota da segnalare.
E' passato il mio 32esimo compleanno. Mio papà è in ospedale e stasera sarà una sera impegnativa ma armoniosamente bella.

Dietro ogni evento brutto si nasconde il bello.
Altrimenti non ci sarebbe una motivazione alle guerre, alle carestie, al male.
Ammesso che ci sia sempre da ricercare una motivazione.

Stasera lascio da parte la ragione, l'approccio scientifico, la deduzione, i rapoprti causa - conseguenza.

Ciò che sento stasera è l'istinto, il coraggio dell'incoscienza, la passione.
L'amore.

Stasera sono indietro di un anno.
Ho fatto un passo avanti andando un anno indietro.
Questo sì, che vuol dire essere fenomeni.

Ciao

domenica 6 luglio 2008

-20

Cazzo..non sono pronto...
aspettate...
mancano 20giorni..
fatemi fare la barba, mettere il vestito buono.
Datemi il tempo di preparare la lista dei ringraziamenti e il discorso..
discorso!!...discorso!!..discorso!!

Meno 20 giorni ed è il mio compleanno.
Sarei già un bel po' contento se ricevessi un bel pacco con dentro la certezza che ciò che mi ha detto Vivi, il giorno in cui stavo male e lei è stata a casa mia ad aiutarmi, sia vero.
Vorrei trovarci dentro anche la consapevolezza che tutto quello che c'è con Mary è nostro. E per sempre. E magari anche di un'altra vita.
Vorrei le chiavi del mio ristorante. Con i miei quadri alle pareti. Il tonno di pantelleria nella lista come pure il mio Barbaresco preferito nella carta dei vini.

Ce ne sarebbero di cose che vorrei ricevere..ma alla fine non è mica Natale.
E' solo il 32esimo compleanno.

Cazzo...
32

e chi le ha 32 candeline?!?!?


domenica 15 giugno 2008

sulla sedia di casa mia...


...ho trovato un libro di Hokusai (forse ce l'ho messo io).

Pittore giapponese.

scrisse:

"Dall'età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dai cinquant'anni pubblico spesso disegni, tra quel che ho raffigurato in questi settant'anni non c'è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po' intuito l'essenza della struttura di animali ed uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato."


Hokusai muore dopo una breve malattia nel 1849. Il breve haiku scritto sul letto di morte recita: "Hitodama de, yuku kisanji ya, natsu no hara", (anche se come un fantasma, me ne andrò per diletto per i prati estivi).

lunedì 26 maggio 2008

26 maggio

oggi è il 26 e quindi qualcosa doveva venire fuori.

Complici i Notwist, le parole di Giacomo, il sorriso di Viviana, le pacche sulle spalle di Saro, mia sorella che è alle prese con problemi grandi come la montagna e mi dice "sei un grande".

Pantelleria. Dammuso. Una settimana da solo per cercare il contatto con il me più intimo e la natura.

La fila dei dubbi che ho e la catena delle paure recondite non possono frenarmi.

Un passo davanti all'altro, come un ubriaco fermato dalla pula, nel tentativo di simulare sobrietà.
Si guarda avanti e se non mi ritirano la patente lo faccio vedere io chi cazzo è il Leone.

Vedrete.

giovedì 22 maggio 2008

Io sono inutile

C'è stato un momento in cui la osservavo tra i vetri che separano gli uffici. Scambiarsi le anime tra i quadri di Botero ed immaginare la sua vita. Così lontana, misteriosa, affascinante da togliere il respiro. I kilometri percorsi raccontando le nostre vite. Un bacio mischiato alle parole. Preferisco non bere ed essere sobrio in modo che tu capisca che ciò che ti sto dicendo è sincero.

Sincero.

Le notti. Soli. Fusi nel silenzio a raccontarsi le cose che si ha paura di dirsi. Abbracciati. Tutto sembra di minore importranza rispetto alla passione. Ai baci. Ai fiori che sbocciano in un terreno arido.

I suoi occhi e le sue mani. I suoi piedi. La pelle bianca, liscia e tesa.

Vendo la casa. Voglio vivere con te. Non esiste altra ragione oltre a lei. Correre nel cuore della notte. Piangere. Credere in ogni parola di quelle poesie. Lasciare che tutto venga sospinto da quei capelli neri.

Mi vuoi sposare?

Ma sei sicura?

Si

Sai cosa vuol dire? Guarda che poi ti dico di si.

Fa freddo sul divano di pelle marrone con solo il calore della sua pelle.

Quanto mi manca quel profumo. E il casino in casa. Le mille coperte che mi fanno morire dal caldo.

Silenzio.

Ma perchè non mi cerchi? Perchè non mi abbracci?

Sai ieri è stato bellissimo quando sei venuta a preoccuparti per me. Per la mia salute. Lo capisci?

Come cazzo fai a non capirlo?

Indipendenza, distacco, una scintillante armatura per difendersi dai troppi colpi della vita.

Io voglio continuamente pensare che tu abbia un profondo dolce.

Solcato dagli abbandoni. Dalle persone che ragionano con cinismo o con il cazzo.

A che serve dirti e scrivere tutto questo.

Ora che sono arrivato a quota 55 (chili). Sono rotto dentro e fuori. Non so più cosa valgo io, cosa vali tu e perchè si arriva fino a questo.
Ai tuoi pacchi sotto la mia scrivania. A non salutarsi.

Tempo fa ti scrissi che i miei baci erano solo per te. Danzatrice di mille comete, tu eri la mia Etoile.
Ora lo spettacolo è veramente finito. Sarai di chi sa essere più stronzo o più dolce o più forte.
Ti auguro ogni bene.

Sipario

venerdì 9 maggio 2008

..piano piano sta tornando

Quelli tozzi e con la criniera ricciuta sono pacifici; quelli slanciati e con la criniera liscia sono feroci. La fronte e la coda indicano i loro sentimenti; il loro coraggio risiede nel petto, la forza nella testa. Circondati dai cacciatori, sono spaventati dagli spiedi. Temono lo strepito delle ruote e soprattutto il fuoco, e, mentre sono temuti da tutti, sono loro a temere il gallo bianco


.....


chi cazzo è il gallo bianco????

domenica 4 maggio 2008

Condividere



Avrai un'idea al riguardo?

Il tuo problema sta a monte, sta nella relazione con te stesso e con la tua vita.

Innanzitutto, come fanno molte persone, anche tu chiami amore il desiderio di possedere.

Innamorarso può farlo chiunque. E' come la storia dei porcospini di Schopenhauer. (si veda post sui porcospini!!!!!!)

Tu non desideri veramente che Francesca sia felice, e se proprio lo desideri, vuoi che sia felice con te. Non hai mai pensato che amare veramente una persona significa anche gioire della sua felicità altrove.

Un giorno Zeus volendo castigare l'uomo senza distruggerlo lo tagliò in due. Poi, per curare l'antica ferita, inviò Amore fra gli Dei.

Vedi Federico, essendo una metà troveremo la felicità incontrando l'altra e diventando una cosa sola. Ma l'altra metà da trovare non è una donna.

Come non è una donna? Vuoi dire che troverò la mia felicità con un uomo?

Certo. alto e muscoloso. L'altra metà da trovare non è una donna. Sei sempre tu. E' l'altra metà di te, la parte sconosciuta alla quale devi dare vita, per poter finalmente incontrare. Per sempre. Questa è la vera unione in grado di liberarci da quel sentimento di solitudine che avvertiamo quando stiamo con qualcuno.

Grazie Fede

(tratto dal libro "Un posto al mondo - Fabio Volo"

lunedì 21 aprile 2008

Schuko

Dove è la schuko?
Si scosta i capelli e mi osserva tra le pieghe nere bagnate.
Domani parto.
Dove? Chiedo io
Non so ancora ma ho intenzione di andare.

Aspetto. Prendo fiato e continuo con i miei ritagli di vita.
Oscillo tra il desiderio di raggiungerla e la ricerca di qualcosa che non c'è.

Spero che ci siano almeno altre 10 vite da vivere nell'aldilà...così capirò cosa è giusto e cosa è sbagliato. Cosa si deve e cosa no. Cosa posso fare per lei e per me. E per quelli a cui voglio bene.

Aspetto. Tanto tempo ce n'è.
O almeno mi piace pensare così.

venerdì 11 aprile 2008

Bell'Italia

Bell 'Italia. Garessio, Garriano, Gerrone, Gorrino, Grissiano; i paesi che cominciano con i, elle, a e zeta... sconosciuti, distanti, italiani e stranieri.
Paesi fino all 'altro ieri, oggi senza identità. Simili, globali, modernizzati. Metano, circonvallazioni, fabbrichette, bar a imitazione pub, centri più o meno commerciali, insegne con nomi in italo-inglese. Mura in pietra e finestre in duralluminio, plastica e ferro battuto, archi pontefici in mattoni e viadotti ad unica campata in cemento precompresso. Ferrovie abbandonate e superstrade inutili appena nate.
Silenzio, profondo, inquietante, ristoratore e riparatore.
Le foglie che si muovono ancora udibili. La notte e i propri suoni. Ma anche inutili 4x4 simili a 8x8, pickup texane per percorrere due chilometri, moto nipponiche da 120 cavalli urlanti in corse mozzafiato ad affermazione della propria potenza di valente centauro e stupidità di uomo, falciaerba da fitofobi e killer di una natura domestica che tenta invano di affermarsi, doppiette da "Il Cacciatore" per un ritorno alla vita di uomo del Neo-Neolitico.
Rovine di mura medievali e romane, abbandono di pievi, trasformazioni imbecilli di antiche cascine in agriturismo dove il suffisso "agri" descrive a pieno il giallo acido scelto per improbabili intonaci plastici finto rustico. Tipi edilizi da "è mia e si deve vedere", tetti a spioventi plurimi, aggettanti ed esagerati, opus incertum che di certo ha solo solo il cattivo gusto e l 'ignoranza del progettista.
n riavvicinarsi alla natura con il fuoristrada. Boys scouts urbani in trasferta agreste che si aggirano in radure notturne e le esorcizzano con urla disumane.
Modernità che si fa strada, immondizia indifferenziata che avanza. Umanità senza via che esce per incontrarsi e non dire nulla.
Il silenzio solo riesce a far tornare la memoria. Riesce a produrre pensiero. L 'attenzione fa il resto. L 'amore per le tutte le cose mantiene il tutto in armonia.
Parole ormai vane e demodè.
La globalizzazione cresce, preme da ogni lato, e il globo si schiaccia sotto la pressa. Alba come Albania, Romania come Roma, moscato a Mosca e tokay a Tokyo, gialli, rossi bianchi e neri mischiati a formare un immenso grigio medio indistinto e spento. Tradizioni tradotte in lingue diverse, all 'improvviso per essere usate da tutti. Tempi di scambio prima accelerati e poi annullati creano ricette di vita indigeste.
Il borgo, la casa, il silenzio, le piante e i loro inquilini, il passo lento, gli occhi riaperti per guardare finalmente a fondo intorno e vicino, il rispetto profondo di tutto e di tutti, l 'umiltà, la coscienza della nostra infinita e incolmabile ignoranza, la voglia di migliorarsi e di sapere e far sapere, la percezione dell 'unicità e brevità della vita senza perdoni fideistici e premi ultraterreni, il pensiero e il raccoglimento, la capacità di stupirsi per l 'immensa bellezza della natura che ci circonda.... valori persi. Ma non per tutti.
di Giorgio Pomella

giovedì 10 aprile 2008

Il 6 vincente

In tangenziale sei la macchina numero 129.256.
Numero di matricola 00013. Il 7 sulla maglia da calcio. Nato nel 1976 con chissà quante persone prima di me e chissà quante ne verranno dopo.

Ognuno è un numero.
Il lascito di chi va via è un pezzo di sè. Un ricordo da portare con sè e che farà parte di sè.

Me li giocherò al superenaloto 'sti cazzo di numeri....non si sa mai

martedì 1 aprile 2008

Il vecchio e il mantello

C'era una volta un vecchio a cui avevano cucito addosso un mantello troppo stretto.
La lentezza dei suoi movimenti era accentuata da quel pesante fardello.
Camminava per le vie di Nouera con aria indispettita. La gente lo osservava e si chiedeva il perchè del suo fare goffo. Tra le pieghe del suo viso si indovinava una smorfia di dolore mista a rassegnazione.
Passarono le primavere. Il vento. I giorni e le ore del suo pendolo. La fatica formava un macigno legato alla sua caviglia. Con il tempo il vecchio realizzò che esistevano tre modi differenti per convivere con quel mantello:
Prenderne le misure, riuscire a seguire i suoi movimenti e le sue costrizioni. Impresa di non facile portata ma certamente la naturale conseguenza di quegli anni passati tra le sue pieghe di velluto.

L'alternativa era quella di evitare ogni movimento. Rinchiuso nella sua casa sul molo. La sua pipa. Il suo gatto. Fermo sulla sua sedia a dondolo immerso nei pensieri e nell'orgia dei ritmi quotidiani dettati dalle sue letture, riflessioni, i film in bianco e nero. Il tutto fermo. Immobile. Sulla sua sedia di fronte all'orizzonte così lontano e duro.

La terza possibilità era Mario. Classe 1938. Rughe, capelli fulvi e il miglior sarto di Nouera. Avrebbe potuto andare da lui a chiedere un paio di ritocchi. Quella manica troppo fasciante. La cucitura intorno alle spalle che impediva i respiri e gli abbracci affettuosi. Quel girovita soffocante da impedire il ballo e la corsa verso ciò che amava.

Questo è solo un racconto. Non ha pretesa di insegnare niente. Frutto del pensiero e dell'immaginazione. Della sensibilità. Della volontà instancabile di suggerire con umiltà, una via d'uscita.
3 possibilità.
Tre mondi distinti.
Completamente diversi.

Ognuno sceglie ciò che è giusto per sè e per gli altri.
Un giorno vi dirò cosa scelse il vecchio.

giovedì 28 febbraio 2008

Coincidenze

Esiste una possibilità infinitesimamente piccola di incrociarsi in quel caffè.
Meno della scia di due aerei che intersecano le rotte. O il pallone scagliato proprio in quell'angolo dove il portiere non ci arriverà mai. E se ritiri mille volte non riesci a rifarlo.
Osservo i quattro angoli del giornale e le persone appena dietro esso.
Oggi è il giorno delle elezioni. Del rimpasto. Del ribaltone. Delle alleanze malcondite. Tutto sembra uguale a quanto già successo. E' un lento avvicendarsi di persone e riferimenti come un almanacco che qualcuno ha perso dal futuro e imprime le pagine già scritte di un destino segnato.
Coincidenze. Lei cerca di lasciarsi andare. Lui cerca di dare una forma ed un perchè a quell'incrocio di anime e sogni e desideri.
Non esiste raziocinio dietro ad un sogno appeso ad un filo. Quante possibilità ci sono di pescare il solito asso di cuori per dieci volte di fila? O anche solo due?
La brioche oggi è bruciata come piace a me.
Cerco tra le briciole quelle più consistenti. Per non lasciare nulla perduto.
Seguo la scia di quell'aereo per non lasciare che qualcuno mi dica dove andare.
Coincido esattamemte a ciò a cui tendo.
Potere del destino o karma.
Potere di chi crede che la vita sia una e ci si debba affondare dentro come questa brioche nel mio cappuccio ormai freddo.

giovedì 21 febbraio 2008

mercoledì 20 febbraio 2008

The Sacrifice

Buonanotte

vado a dormire.
Non fregherà un cazzo a nessuno ma se potessi rompere i coglioni a Giò, al Costa, a Fabione, a Danilò, il Gambero o il Lenaz...direi loro che va bene così.

Domani sarò a Sirmione e poi sarò con chi mi va di essere.
Buonanotteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.

Il Negozio di giocattoli (3)



Sei felice? chiese lui.


Se adesso chiudi gli occhi e cerchi di sforzarti e concentrarti su cosa vorresti di più ti prometto che la scatola riuscirà ad esaudire ciò che tu desideri.


Nel negozio le bambole di pezza iniziarono a sgranare gli occhi e ad osservare Solene. La musica usciva da un carrilon e tutte le palline colorate iniziarono a rimbalzare nell'attesa che Solene esaudisse il suo deisderio. C'erano diverse persone fuori dal negozio attaccate alla vetrina che osservavano cosa stava succedendo all'interno.


Solene strinse gli occhi più forte che poteva. Strinse anche i pugni e si concentrò sui pensieri più profondi che aveva. Era talmente concentrata e contratta che anche i muscoli le facevano male.


Dopo aver pensato per alcuni secondi a ciò che avrebbe voluto di più riaprì gli occhi e si accorse che tutto era sparito.


Erano spariti la sua DS Lite, mille tra caramelle e dolci gommosi. il piccolo chihuahua con cui poter giocare. E anche l'uomo con la barba scura.


Al posto di tutto questo c'era una foto.


Una foto di una donna con i capelli scuri e che lei conosceva bene.


Marylena.


Solene non capiva perchè tutto quello che aveva visto appena un secondo prima era sparito. Il negoziante la guardò con tenerezza.
"Vedi" disse lui
"Tutto quello che desideri e che potresti avere, adesso o fra 1000 giorni, sarà possibile grazie a quella "foto". Tu e lei, insieme, potrete fare tutto quello che volete per cui non c'è bisogno che io ti regali tutto ciò che ti passa per la testa"
"Ci sono delle cose che ti arriveranno perchè sei una bambina dolcissima. E ci sono altre cose che ti arriveranno o ti sono già arrivate grazie all'amore di tua mamma"
"E' questo il vero dono che tu devi tenere stretta. E non esiste scatola dai mille colori o incatesimo fatato che possa darti quello che il rapporto tra te e tua mamma possa darti"
"Stai vicino a lei. Lei starà vicino a te. E questo vale più di 1000 incantesimi che io possa esaudire, credimi"
Solene gli sorrise e guardò la foto di sua mamma.
Fino a quel momento aveva pensato che la cosa più importante del mondo fosse lei.
Dopo essere entrata in quel negozio di giocattoli lo pensò ancora più forte.
Corse a casa da lei. La abbracciò forte forte e dopo aver giocato con lei a UNO le disse che le voleva veramente bene.

Un bene forte e grande come solo una scatola magica dei desideri può essere.

mercoledì 13 febbraio 2008

Mario Beltrami


"Alla fine anche ieri l'Inter ha vinto"

"Questi non li ferma più nessuno"

Mario ha il viso segnato dal freddo e dalle rughe. Tiene la tazzina con il cappuccio tra le mani tremolanti. Sono 47 anni che fa colazione alle 8:15 perchè dopo c'è la spesa e prima la gazzetta all'edicola in fondo alla via.

"Metto solo metà bustina perchè il dottore mi ha detto che ho la glicemia alta. Devo stare attento, eh".

Entrano due ragazzi con l'auricolare bluetooh una donna firmata e un uomo con il cane e la barba ugualmente spinosi.

"Mi fa un caffè?" "Un cappuccio e una brioche, per favore"

Gente che viene e va. Ognuno con la propria scia di dopobarba, profumo, umido, naftalina.

"Hai visto che è caduto il governo? Si ma io questa volta non vado più a votare perchè sono stufo. Alla fine rubano tutti allo stesso modo"

Il barista prepara i piatti per il pranzo. Le parole di Mario nemmeno lo sfiorano.

"E poi dicono sempre che alzano le pensioni e io più che 15 Euro in 5 anni non ho visto"

In sottofondo musica diffusa. Inglese. Rock. Qualcosa che Mario non riesce a capire e che confonde con il Rumore.

"Adesso vado, eh" "Devo comprare un po' di verdura perchè sono rimasto senza. Anche quella continua sempre ad aumentare".

Entra una ragazza bionda con un tacco importante. Mario la guarda e le sorride. Mario sorride a tutti. Sta bene nella sua giacca a vento rossa. Nei suoi tempi dilatati. Nei suoi gesti sempre uguali.

"Va beh, adesso vado, eh"

Alla cassa si battono i soliti scontrini distratti. Il barista pulisce il bancone e affetta del limone.

Mario lo osserva e sorride.

"Dai vado, che se no faccio tardi. Ho tante cose da fare"

"Va bene Mario, ci vediamo domani"

Tra tutte le cose che Mario poteva fare quel giorno non aveva certo pensato di morire.

Negli ultimi due mesi il solito avvicendarsi: due ragazzi con l'auricolare bluetooh una donna firmata e un uomo con il cane e la barba ugualmente spinosi. Una ragazza bionda con un tacco importante. Il barista pulisce il bancone e affetta del limone.

"Ma quel vecchio rompicoglioni che veniva tutte le mattine?"

"Ma chi quello con la giacca rossa?"

"SI. Come si chiamava?"

"Boh. Non ricordo"

"E' un po' che non si vede. Chissà che fine ha fatto? Sarà morto"

E il barista e la cassiera ridono.

I soliti scontrini distratti e da un po' qualcosa in meno.

Che non è solo l'Euro e 90 in meno. Ma qualcosa in meno per tutti.

Ciao Mario


lunedì 11 febbraio 2008

Il Negozio di giocattoli (2)


Solene sembrava confusa e chiese al negoziante maggiori spiegazioni.

"Vedi" disse lui "questa scatola è magica. E' una scatola che è in grado di leggere nella tua mente. Riesce a capire ciò che vuoi e, se tu lo vuoi veramente, fa di tutto per renderti felice. Vuoi provare?"

Solene era dubbiosa ma provò a concentrarsi. Nel frattempo un piccolo soldatino cominciò a suonare un tamburo rosso, un aliante dalle ali di carta volava sopra la sua testa e dalle finestre di quel negozio filtrava una luce gialla, rossa e viola che illuminava la stanza come un caleidoscopio artigianale.

"Ok. Voglio provare" Disse lei. Chiuse gli occhi e si concentrò su ciò che desiderava di più.

All'improvviso iniziarono ad uscire da quella scatola i giochi più belli per la sua DS Lite, mille tra caramelle e dolci gommosi. Solene strinse ancora più forte gli occhi e da quella scatola uscì anche un piccolo chihuahua con cui poter giocare. Quando capì che funzionava iniziò a sorridere. I suoi occhi erano così luminosi come solo il Sole è capace di fare. E il suo sorriso era così dolce che niente al mondo poteva dare la stessa sensazione. In quel negozio polveroso e pieno di giocattoli la luce filtrava tra le tende e colpiva i suoi capelli miele. Non esisteva bambola o principessa più bella di Solene.
Provò a sforzarsi ancora di più e da quella scatola uscì un uomo grande. Con una barba scura e la pelle un po' bruciata dal sole. Le spalle grandi e le mani forte. Pronte per tirarla su quando ne avrebbe avuto voglia. O per le giornate al mare o per le corse sui roller o sulle piste di ghiaccio.
Solene guardava l'immagine di quell'uomo con ammirazione e dolcezza. Ed era felice.
All'improvviso si rese conto che quello era tutto quello che avrebbe voluto. Rideva. E rideva. E i suoi capelli si muovevano come fiori mossi dal vento.
Il negoziante di giocattoli la guardava e si avvicinò a lei (continua)

giovedì 24 gennaio 2008

Il negozio di giocattoli


Era primavera.

Non mi ricordo di quale anno.

Mi ricordo solamente la faccia di Solene di fronte al proprietario del negozio di giocattoli.

Uno dei tanti negozi di giocattoli di Nouera.

Nouera è lontanissimo dal paese in cui abita Solene. Per arrivarci occorre un viaggio lungo. A volte ci si arriva solo con l'immaginazione oppure nel silenzio della notte quando si sogna a fianco della propria mamma.

Solene non era mai stata a Nouera e non aveva mai visto prima d'ora quel negoziante di giocattoli.

"Dove mi trovo?" chiese lei mentre osservava le luci del negozio, i soldatini che marciavano affiancati,e la fata Briana che volava sopra le loro teste.

"Sei nel neogzio di giocattoli più grande Di Nouera" gli rispose lui.

"Davvero? Allora qua posso trovare tutti i giochi che voglio?" disse Sole sgranando gli occhi mentre masticava una delle caramelle della sua collana elastica.

"Certo. Vieni con me. Voglio mostrarti una cosa. Prendi" il negoziante diede a Solene una piccola scatolaverde con un fiocco viola sopra di esse.

"Che cosa c'è dentro? Chiese Sole incuriosita."Niente! disse lui. La domanda giusta non è cosa c'è dentro ma cosa c'è "DIETRO".

Solene era sempre più curiosa e maneggiava quella scatola come un oggetto misterioso.

Iniziò a guardare DIETRO la scatola ma non vide nulla.

Il negoziante la osservava e mentre guardava la sua espressiona incuriosita, sorrideva di nascosto.

"ma no..no...non intendevo esattamente dietro la scatola bensì quello che la scatola nasconde in sè" (continua)

mercoledì 23 gennaio 2008

Sfogliando

..le pagine di un giornale scorgo la notizia di un naufragio.



E' come un naufragio. Il buio freddo dell'oceano fa da culla e da frusta.



Scuote i pensieri e ti accompagna.



Volente o nolente.



Non esiste un appiglio o un fuoco esterno che possa salvarci.






E dondolo. e dondolo.






Fiotti di mare increspato lasciano il sale tra i capelli e il caldo.






Sì.






Il caldo.






Lo so. E' strano.



Un mare tempestoso, in burrasca, non può lasciare CALDO.



Ma questo è ciò che lascia Lei.



C'è chi cerca un'isola ad appiglio. C'è chi muore smarrito nel silenzio.



C'è chi si lascia cullare senza fine.






Ricordo il racconto di un vecchio marinaio al porto di Genova. Egli ripeteva all'infinito che bisogna sempre ritornare al mare. Esso è onnipotente e a lui bisogna prostrarsi.



Non esiste forza in grado di opporsi al mare.



Occorre avere rispetto di LUI. Assecondarlo ed seguirlo.



E' spaventosamente grande ciò che nasconde tra le sue umide pieghe.



Sono naufrago e voglio rimanere tale.

giovedì 3 gennaio 2008

Senza titolo


il primo Mazzola del 2008